Frozen Solid

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~ Frà
view post Posted on 7/9/2011, 19:54




Premessa: questa non è una mia fan-fic, ma una traduzione di cyberPOISON della one-shot Frozen Solid
. Secondo me è molto carina ^^

L'orologio segnava le 10:25. Mise tra le pagine del libro che aveva in mano un segnalibro rosa chiaro, lo chiuse e lo poggiò sulla scrivania. Si avvicinò alla finestra e guardò fuori. I lampioni erano accesi e illuminavano i piccoli fiocchi di neve che scendevano dal cielo scuro, la luna probabilmente sorrideva, ma non si vedeva.
Sospirando, si alzò e tese le braccia sopra la testa sbadigliando, prima di andare in salotto. Soul era addormentato sul divano, in tv davano la replica di una partita di football. Non appena Maka prese il telecomando per spegnere il televisore, il telefono squillò. Sorpresa, poggiò il telecomando sul tavolo e si diresse verso la cucina. Chi potrebbe chiamare a quest'ora di notte?
"Pronto!" disse avvicinando la cornetta all'orecchio.
"Maka Albarn! Qui è Shinigami-Sama"
"Um, s-salve Shinigami-Sama" rispose Maka, presa alla sprovvista, non capitava tutti giorni che il preside in persona chiami a casa tua, e inoltre... in secondo luogo, era in grado di usare un telefono con quelle mani enormi che si ritrovava? Alzò le spalle prima di continuare:
"Cos'è successo?"
"Beh Maka, ho paura di avere una brutta notizia..."
Un migliaio di scenari apocalittici passarono per testa all'artigiana facendole quasi cadere la cornetta. Brutta notizia? Quanto brutta? Forse aveva preso un pessimo voto nel test della settimana prima? Non si aspettava il massimo dei voti, ma non credeva di essere andata così male! La sua arma era stata assegnata a qualcun altro? Era successo qualcosa a Black*Star e Tsubaki in missione? O a Kid e alle gemelle? Suo padre stava male? O la mamma?
"B-brutta notizia? Che succede?"
"Ho saputo che questa bufera di neve a sorpresa non sarà terminata prima di domani sera" spiegò lo Shinigami "pertanto ho deciso di chiudere la Shibusen domani"
E' tutto? Un giorno di neve?
"Oh, uh-bene-grazie per la chiamata... Ma perchè è una notizia così brutta?"
"Perchè non potrò vedere tutti i vostri volti sorridenti domani!" spiegò il dio della morte con aria da tragedia. "Oh bene, tu e Soul godetevi il giorno libero"
{NDT[notaditraduttriceèé]: YOHOHOHOHOHOHOH! Godetevi il tempo libero! AHAHAHAHAHAHAHAH *muore* Ok finiamola qua D:}
"Grazie lo faremo" {NDT: brava Maka! STUPRALO! *rimuore*}
Disse Maka prima di riagganciare la cornetta sorridendo ampiamente. Non ci sono lezioni domani... beh, forse era una bella cosa che non aveva finito quel capitolo nel libro. Avrebbe avuto un sacco di tempo per leggerlo domani. Meglio svegliare Soul e dargli la buona notizia. Tornando in salotto, si inginocchiò davanti al divano dove giaeva la sua arma che russava, delicatamente gli scosse la spalla.
"Mmm... solo... un po' a sinistra... Blait..." uno shiaffo contro il lato della testa lo fece sobbalzare.
"Maka! Um..."
"Non dire nulla, non lo voglio sapere, considerati fortunato per il fatto che non ho un libro vicino" sibilò a denti stretti con un unico respiro. "In ogni modo, Shinigami-Sama ha appena chiamato."
"Chiamato? C'è qualcosa che non va?"
"No, dobbiamo solo rimanere a casa domani a causa della neve" disse Maka con un sorriso, e Soul si lasciò sfuggire un grido di gioia.
"Sì! Pensavo che sarebbe dovuta esserci l'apocalisse per chiudere la Shibusen"
"Anch'io" disse l'artigiana "ma il tempo è davvero pessimo!"
"Ma chi se ne frega?!? Black*Star ed io abbiamo pianificato uan battaglia a palle di neve da settimane!" annunciò Soul alzandosi per andare in bagno. "Dovresti venire anche tu, armi contro meister"
"No, grazie, credo che userò questo tempo per ripulire la casa e leggere qualcosa"
"Seriamente Maka? Hai proprio bisogno di vivere un po'!"
"Uh, possiamo discuterne domani?" disse la ragazza sbadigliando "sono esausta".
"Qualunque cosa, Maka, ma non ti lascerò seduta qui sul tuo sedere piatto per tutta la giornata, non sarebbe cool".
"Oh, stai zitto, vado a letto".
Indossò rapidamente il pigiama, spense la luce e si mise comoda tra le calde coperte. La sua pace fu però interrotta dalle raffiche di vento fuori che sbattevano sulla sua finestra.
Le sembrava fosse passata un'eternità quandò sentì un urlo venire dal bagno. Gli occhi della ragazza di spalancarono, era già mattina? Guardò l'orologio, le 7:42. Buttando le coperte per terra andò in bagno e ci trovò Soul che borbottava arrabbiato con un asciugamano avvolto intorno ai fianchi. {NDT: STUPRO STUPRO STUPRO!}
"Soul, cosa c'è?" chiese Maka assonnata.
"L'acqua è congelata! Non posso farmi la doccia!" Ruggì Soul. "E non è tutto" sibilò avventandosi verso l'interrutore della luce. Niente.
"Oh no!" sussurrò; decise di tornare in camera sua per provare il suo interruttore. Ancora niente.
Soul deluso si sedette sul sedile del water chiuso. "Questo non è affatto cool..."
"Va bene, non facciamoci prendere dal panico" disse Maka, più a se stessa che al suo partner. "Probabilmente non siamo i soli. Perchè non chiami Black*Star e vedi se a loro funziona, mentre io prendo le precauzioni necessarie?"
{NDT: LE PRECAUZIONI NECESSARIE! Ok basta, non è colpa miaaaH! E' la fanfiction troppo ambigua àAà)/}
"Ok" rispose Soul prendendo la torcia che Maka gli porgeva. Si diresse in cucina, prese il telefono e digitò il numero di Black*Star.
"Pronto" disse una voce femminile.
"Hey, Tsubaki, sono Soul, per caso voi r-"
"Tsubaki! Dove hai messo le candele che tuo padre ti ha mandato dal Giappone? Eh? Gridò Black*Star dall'altra parte della cornetta. "Non riesco a vedere la mia bellissima faccia!" ne seguì un forte tonfo, che suggeriva che quel cretino aveva sbattuto contro un muro o qualcosa del genere.
"Anche da voi manca la corrente?"
"Esatto" Tsubaki sospirò "anche da voi?"
"Affermativo" brontolò-.
"Allora?" gridò Maka dal salotto, dove Soul poteva vedere la luce della sua torcia contro il muro.
"Anche da loro niente corrente" rispose.
Nel mentre un altra voce rispose parlò: "Chi chiama a casa del grande Black*Star?"
"Sono io, idiota, ho chiamato per vedere se a voi funzionava la corrente" sospirò l'arma.
"Anche da te non c'è?" Urlò "Beh, almeno possiamo ancora fare la nostra battaglia a palle di neve!" {NDT: sta diventando yaoi *AAAA* *ririmuore*}
"Scordatelo Black*Star! Non potete uscire con questo tempo!"
"Oh andiamo, un paio di fiocchi di neve non intimidiscono un big come me!"
Questa fu l'ultima cosa che Soul sentì prima che la linea cadesse.
"Merda!" gridò, sbattendo giù la cornetta. "Abbiamo perso anche la linea telefonica!"
"Stai scherzando?" Maka sospirò esasperata entrando in cucina.
"Em... Soul?"
"Cosa?" chiese notando che Maka lo fissava in modo strano. Fissando se stesso capiì il perchè, era seduto sul divano con indosso solo un asciugamano.
"Oh, scusa..."
"Sì..." Maka annuì, grata del fatto che al buio non poteva vedere le sue guance arrossate. Fece il punto della situazione: niente luce, niente acqua calda, niente telefono... bene! E' come un film dell'orrore. Beh, almeno non può andare peggio di così.
Soul tornò in salotto, aveva indossato un paio di pantaloni kaki e una maglietta arancione. Si sedette sul divano affianco alla sua meister.
"Allora... adesso cosa facciamo?" rispose la ragazza.
"Non ho alcun piano" rispose lui appoggiandosi allo schienale e allungando le braccia sopra la testa. Con sorpresa di Maka, una delle sue braccia {NDT: ma è uno delle sue braccia oppure una delle sue braccia? D: dubbi esistenziali, ho chiesto a mia madre e ha optato per la prima, quindi, se è sbagliato date la colpa a lei =W=}.
"Che cosa fanno le persone quando sono bloccate in casa senza elettricità, al freddo e senza linea telefonica?"
"Beh, potremmo stare qui... e parlare", suggerì la ragazza lentamente, i suoi occhi verdi andarono ad incontrare quelli cremisi del ragazzo. Quando era stata l'ultima volta che lei e Soul si erano seduti da qualche parte a parlare?
"Va bene, di cosa parliamo?" chiese il ragazzo, schiarendosi la gola, a disagio. Non era il tipo da aprirsi con la gente, vivere in una famiglia di gente migliore di lui in tutto deve averlo condizionato. Lui, aveva una mezza idea di correre nella sua stanza e chiudersi la porta alle spalle, nascondendosi da un'eventuale discussione seria con la sua meister, ma qualcosa nel suo sguardò lo lasciò congelato al suo posto.
"Soul, guarda, tu sei il mio partner! ha iniziato lei "so molto di te, ma... sento che non è abbastanza".
"Quindi hai bisogno di...?" chiese lui esitante.
"Va bene, faremo l'esercizio numero 42 del manuale degli studenti della Shibusen" disse improvvisamente.
"Hai davvero letto quella cosa?" farfugliò Soul, ma poi si chiese perchè avrebbe dovuto essere così sorpreso.
"Va bene, in cosa consiste l'esercizio numero 42?"
"In sostanza ci facciamo delle domande a vicenda e l'altro deve rispondere onestamente, giù tutte le barriere!" I suoi occhi brillavano di determinazione.
"Almeno posso iniziare per primo?2
"Certo, vai pure" rispose la bionda.
"Um..." un milione di domande gli vennero in mente, ma optò per quella meno... scomoda.
"Perchè porti sempre quelle due code tutto il tempo?"
"Oh, è facile" rispose lei, quasi sollevata dal fatto che la prima domanda non era troppo pesante. "La mamma mi ha sempre pettinato così, che io ricordi. E' diventato normale. E' il mio modo di tenerla qui con me, anche se non c'è. Ok, è il mio turno! Um..."
Soul si preparò al peggio.
"Che città hai sempre desiderato visitare?"
Tutto qui? "Beh, ho già viaggiato molto, con la mia famiglia per i concerti di Wes... ma non sono mai stato a Las Vegas".
"Non sei mai stato a Las Vegas?" Chiese Maka incredula. "E' solo a 200 miglia da qui!"
"Lo terrò a mente" Fece un sorrisetto. Il suo pensiero tornò a pensare a una nuova domanda. Il primo round era stato troppo facile per entrambi. Dopo aver discusso tra sè e sè, le parole gli uscirono dalla bocca prima che potesse fermarle.
"Sei vergine?"
"Sono una cosa?"
"Mi hai sentito" Soul sorrise scoprendo i denti appuntiti.
"Certo che lo sono", rispose in fretta Maka, imbarazzata. Poi strinse gli occhi e la sua espressione divenne compiaciuta.
"Stessa domanda".
"Che cosa? Se sono vergine?"
"Mi hai sentito" ripetè maliziosa. Poi il suo cuore si contorse dolorosamente... e se avesse detto di no? Non negava che le avrebbe dato fastidio.
"Sorprendenemente... sì" buttò lì con noncuranza, appoggiando i piedi sul tavolino. "I ragazzi cool non lo fanno con la prima carina che capita... i veri ragazzi cool attendono che un angelo capiti sulla loro strada". Interessante scelta delle parole. Non negava che una sensazione di calore gli invase il cuore quando vide Maka sorridere dolcemente alla sua risposta.
"Perchè sei qui?"
"Eh?"
"E' questa la domanda".
"Cosa vuoi dire con perchè sono qui?" Chiese con circospezione.
"Soul diciamocelo, potresti essere a New York o a Chicago al momento, suonando nelle sale da concerto a centinaia di persone, tu sei così bravo, perchè sei venuto qui?"
"Tu sai già perchè" mormorò fissando il pavimento. "Non riuscivo a stare più lì..."
"Soul, avresti avuto una grande vita! I tuoi genitori erano ricchi, tu e tuo fratello eravate tue prodigi!"
"Wes era il prodigio" l'albino la corresse cupamente. "Io ero gli avanzi".
"Non può essere vero!"
"Lo è stato, Maka!" gridò improvvisamente. "Giuro, l'unico motivo per cui sono qui è che sono sempre stato il semi-talentuoso fratello minore di Wes Evans! Non ero come Wes, oh no, non ci sarebbe mai nessun altro move Wes! Questo è quello che il pubblico avrebbe detto alle mie spalle, è quello che la gente alle feste bisbigliava vedendomi, questo è quello che la mia fottuta madre mi diceva ogni giorno! Che non le è mai importato di quello che ho fatto, ma non sarei mai stato nulla di buono, fino a che ho reagito. Ero al pianoforte, ha detto qualcosa, non mi ricordo nemmeno cosa fosse. E' un miracolo che non le diedi uno schiaffo, a quella cagna lì. Mi sono alzato e le ho detto 'ho finito'. E da lì a poco ero su un aereo per il Nevada con la mia domanda d'iscrizione alla Shibusen. Sì... avevo il sangue di arma in me... l'unica cosa che mi ha fatto andare avanti tutto il tempo. Quando ti ho incontrato e siamo diventati una squadra, per la prima volta, sentivo come se avessi fatto qualcosa. E poi quella notte... quando abbiamo combattuto contro Crona in Italia, e Ragnarok mi ha tagliato a metà... in un certo senso, è stato il giorno più bello della mia vita. Ti avevo protetta, Maka. Quella sera ho capito di essere abbastanza a posto, e di esserlo abbastanza per essere la tua arma".
Guardava per terra, i gomiti appoggiati sulle ginocchia, si nascose il volto tra le mani per qualche istante. Maka lo fissò per un attimo con tanta tenerezza prima di estrarre una mano dalla coperta e strofinare dolcemente la schiena del ragazzo. Alla fine la guardò con gli occhi un po' lucidi, "sei contenta adesso?"
Deglutì, ritirò la mano dalla sua schiena e sussurrò: "E' il tuo turno".
Il ragazzo si schiarì la gola e pensò alla domanda da farle.
"Qual'è l'ultima volta che hai visto tua madre?"
"Io..." cominciò, ora era il suo turno di fissare il pavimento. "Non voglio giocare più".
"Che cosa? Andiamo, non puoi tornare indietro!" rispose l'arma oltraggiata.
"In primo luogo è stata una tua idea!"
"Soul, ti ho fatto quella domanda perchè ero davvero curiosa, non volevo farti stare male!" disse la bionda scsandosi.
"No dico sul serio, sono curioso anch'io, davvero!"
Maka fece un respiro profondo. L'albino appoggiò una mano delicatamente sulla sua spalla, sapeva che se ne avesse parlato dopo sarebbe stata meglio.
"Allora, cos'è successo?"
"Non è stato diverso da molti altri sabato notte, davvero" stringendo le coperte attorno a sè. "Papà è tornato a casa verso le tre di mattina. Era ubriaco. Mamma lo aspettava. E io ero lì, sulle scale ad ascoltare. Volevo che smettessero, ma avevo già accettato il fatto che la mia famiglia stava cadendo a pezzi e non c'era niente che potessi fare. Odiavo che non c'era nulla che potessi fare. Allora Mamma gli disse che lo stava per lasciare, ma non era nulla di nuovo, lo aveva detto per anni. Anche papà non le credette, finchè lei tirò fuori i moduli per il divorzio. Papà iniziò a dire che l'amava e tutte quelle stronzate. Ed è stato alloea che ho capito. Lo stava davvero lasciando, se ne stava andando. Così sono andata in camera mia e ho messo le mie cose in un borsone, Volevo stare con lei, non avevo intenzione di rimanere con lui. Così ho trascinato il borsone con le mie cose fuori dalla mia stanza. Lei mi vide lì e iniziò a piangere. Non l'avevo mai vista piangere prima, quindi mi ha spaventata. Mi ha abbracciato e ha ripetuto il mio nome più volte, mentre io piangevo e le dicevo che volevo andare con lei... poi mi guardò, e... e si limitò a scuotere la testa. Lei voleva che rimanessi a Death City, studiassi alla Shibusen e diventassi una Meister in gamba come lei. Mi disse che mi voleva bene, scese a prendere le sue cose... e uscì. E quella fu l'ultima volta che la vidi."
"Sì, voleva solo andare via, come ho fatto io" rispose Soul con tranquillità. Maka annuì, asciugandosi gli occhi con la coperta, mentre Soul le mise il braccio intorno alle spalle e la tirò verso di sè.
"Vai avanti, ti sentirai meglio".
"Non è giusto, niente di tutto ciò è giusto!"
"Lei sapeva che non poteva tenere la tua mano per il resto della tua vita, e che avresti dovuto cominciare a fare delle scelte per te stessa" propose Soul.
Maka annuì, con le labbra tremanti, non solo a causa del freddo. "Soul, se non ti avessi trovato, io davvero, non so cosa avrei fatto". Si appoggiò su di lui nascondendo il viso nell'incavo del suo collo. Soul non sapeva se fosse in cerca di calore o conforto da lui, ma la strinse in un stretto abbraccio.
"Vuoi smettere di giocare ora?"
"Possiamo?" rispose Maka mentre si asciugava le lacrime sulla giacca di lui. Lo sentì premere le labbra sulla sua testa e sussurrare "va bene allora".
Improvvisamente le lampade ripresero a funzionare. Si guardarono a vicenda raggianti.
"Beh, forte no?"
"E' tornata la corrente! Grazie al cielo!
"Forse è stata la nostra risonanza dell'anima" disse l'arma mettendo le mani in tasca.
"Oppure semplicemente è finita la bufera" rispose la ragazza con le sopracciglia sollevate.
"Hey, posso sognoare?" Soul strinse le spalle. "Stò andando a preparare della cioccolata calda, ne vuoi?"
"Certo grazie" rispose alzandosi per dirigersi con lui verso la cucina.
"Ah, Soul..."
"Cosa?"
"Ancora una domanda... cosa cerchi in una ragazza?"
Soul esitò per un secondo prima di sorriderle "è facile, dev'essere cool come me".
"Soul?" Chiese di nuovo, abbassando lo sguardo. "E-e io, sono cool?"
Il ragazzo spinse la porta della cucina e si fermò sulla soglia per un minuto, prima di girarsi e rivolgere alla sua meister un sorriso meraviglioso.
"Sì... lo sei".
 
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